Le scelte di ognuno di noi, in fatto di spesa, cucina e pianificazione dei pasti, hanno un impatto sulla nostra salute e sull’ambiente.
Per ridurre lo spreco alimentare, è saggio non acquistare più del necessario: preparare un piano pasti settimanale e una lista della spesa, annotando le quantità richieste e considerando eventuali pasti fuori casa, aiuta a comprare solo quello di cui si ha bisogno.
Quel “preferibilmente” in etichetta sulla confezione che indica la shel-life del prodotto fa la differenza. La data di scadenza indicata sul cibo confezionato indica il periodo entro il quale il prodotto deve essere consumato. I cibi deperibili, come carne refrigerata, latticini e piatti pronti, dovrebbero essere acquistati quando necessario e nelle quantità adeguate, senza farne scorta. Le diciture “da consumare preferibilmente entro” sono più flessibili rispetto a “da consumare entro”. Alimenti come fagioli secchi, lenticchie e pasta possono essere consumati in modo sicuro, anche se la loro qualità potrebbe diminuire, ad esempio, variazioni di sapore, colore e consistenza.
Anche ruotare la posizione delle provviste alimentari in frigorifero e dispensa, così da avere a portata di mano quelli che sono più prossimi alla scadenza, è uno dei consigli per evitare sprechi. E funzionano sempre le ricette a base di verdure avanzate per primi, zuppe, omelette, oppure saltate in padella.
Sono in totale sette i consigli antispreco elencati da Eufic, tra i quali figurano anche l’evitare di servire porzioni troppo abbondanti, usare gli avanzi per il pranzo del giorno successivo e congelare per pasti futuri, oppure condividere il cibo in più con gli altri. In fatto di riutilizzo, i gambi dei broccoli possono essere tagliati e cucinati proprio come i fiori e altri scarti possono essere trasformati in brodo fatto in casa; senza dimenticare che il compost è un’alternativa organica ed economica ai fertilizzanti in commercio, limitandosi magari ai soli composti di origine vegetale.
La questione muffa è, infine, più delicata. Esistono delle regole che aiutano a capire se un alimento è ancora “recuperabile”. Quelli solidi (come formaggi duri, salumi e prosciutto, frutta e alcune verdure) dovrebbero essere sicuri da consumare una volta rimosse la muffa e l’area intorno ad essa. Gli alimenti morbidi dovrebbero essere buttati via appena attaccati dalla muffa; in cibi cotti, in formaggi morbidi, yogurt ed altri prodotti lattiero-caseari, pane, marmellate e frutta e verdura di consistenza morbida, la muffa può diffondersi all’interno e potremmo non individuarla.