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È uscito il numero di dicembre di “Alimenti Funzionali”

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Nell’editoriale di questo numero, Sebastiano Porretta scrive della silver generation, perché l’attenzione rivolta a chi invecchia in buona salute è un trend di mercato in crescita ormai consolidato. Questo invecchiamento progressivo apre nuove opportunità di sviluppo per le aziende del settore alimentare; non è un caso se questo mese pubblichiamo uno speciale di Verdiana Baroni sulla cosmesi nella prevenzione dell’invecchiamento cutaneo; gli esperti illustrano gli effetti benefici e l’impatto sulla salute della dieta biologica; nell’immancabile approfondimento dedicato al free from è possibile scovare interessanti riflessioni sulla riduzione di zucchero per mettersi al riparo dal diabete. A proposito di zucchero. Monia Caramma esorta a prestare attenzione alle etichette, fornendo utili nozioni per avere chiarezza su prodotti ed effetti sulla salute. 

Siamo stati in visita alla AVD Reform, un’eccellenza della micoterapia italiana, per un’intervista dedicata a nutraceutici e prevenzione, integratori e sistema immunitario.

Torniamo a parlare delle contravvenzioni alimentari alla luce della riforma Cartabia e scriviamo di percezione a livello gustativo; mentre dalle loro cucine gli chef fanno chiarezza su salamoia, salatura e marinatura per donare sapore e sulle modalità di cottura del pesce per averne il maggior beneficio in termini nutrizionali. E non mancano utili ricette, anche dolci, in collaborazione con FunnyVeg Academy, come quella di un goloso croccante di mandorle e nocciole (indicato anche per le feste di fine anno) ricche di grassi buoni, fibre e minerali.

Passiamo in rassegna le ultime novità in arrivo dal mondo per il settore functional e in fatto di salute e benessere, tra ricerche scientifiche e utili suggerimenti per una corretta integrazione a tavola.

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È uscito il numero di settembre di “Alimenti Funzionali”

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L’umore/benessere mentale è stato uno dei 10 principali trend di crescita negli ultimi 3 anni ed è destinato a rimanerlo nei prossimi. Così esordisce Sebastiano Porretta, coordinatore scientifico della nostra rivista, in apertura al numero di settembre di “Alimenti Funzionali, lasciando (più avanti) la parola agli esperti della redazione per gli speciali in salute e benessere, bellezza, e nutrizione e fitness.

In primo piano, per la rubrica free from, scriviamo di sofisticazione alimentare, per capire cosa accade ai giorni nostri e come difenderci, e approfondiamo il tema degli alimenti funzionali a supporto di sovrappeso e celiachia.

L’amido resistente nei prodotti funzionali: soluzione felice? Ce ne parla l’esperto di pasticceria salutare. Del cioccolato e del perché sia un prodotto sicuro e salubre, scrive Giuseppe Comi; mentre Lucilla Caricchio, socia fondatrice di Hylobates Consulting, fa il punto sui nutricosmetici, introducendovi così al mondo degli integratori e dei beauty claims. A proposito di filiera green, prodotti da forno bio e sicurezza alimentare, per  conoscere meglio l’azienda italiana Valle Fiorita, abbiamo rivolto alcune domande ad Andrea Minisci, responsabile R&S.

Pubblichiamo la ricetta delle tagliatelle al ragù bianco, con la soia tra gli ingredienti: ha una funzione protettiva nei confronti di alcuni tipi di tumore ed è spesso impiegata a scopo terapeutico per la sua azione anti-colesterolo. Come di consueto, passiamo in rassegna le novità più interessanti a livello internazionale nel segmento functional, nuove proposte veg e a basso indice glicemico, news dal mondo, ricerche applicate e ‘contaminazioni senza rete’, per approdare a curiosità, produzioni innovative e approfondimenti tecnici in arrivo dalla scienza sugli alimenti.

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I premonitori dell’osteoporosi 

 

L’osteoporosi colpisce le ossa e si traduce in una diminuzione della densità minerale e della massa ossea, motivo per cui un soggetto affetto da questo tipo di patologia ha maggiori probabilità di subire fratture ossee e lesioni. Si tratta di una malattia silenziosa, senza sintomi evidenti, ma alcuni segni possono indicarne l’insorgenza precoce e al riguardo gli esperti hanno utili raccomandazioni.
I cosiddetti premonitori dell’osteoporosi sono i casi di recessione gengivale (la perdita ossea si verifica nella mascella, portando alla perdita dei denti e a malattie gengivali), unghie fragili e presa indebolita (esiste infatti un’associazione tra la forza di presa delle mani e la densità minerale ossea delle ossa di queste ultime).I sintomi in fase avanzata possono includere la graduale perdita di altezza, postura scorretta o curva, mal di schiena, dolore al collo, fratture della colonna vertebrale, senza contare che le ossa diventano più fragili e soggette a fratture.
Alcuni fattori di rischio non sono modificabili, per esempio una storia di cadute e fratture, l’età avanzata, una storia familiare di osteoporosi, un intervento chirurgico per rimuovere le ovaie effettuato prima che le mestruazioni si interrompano naturalmente, bassi livelli di estrogeni nelle donne ed altre condizioni mediche, come HIV, artrite reumatoide ed anoressia nervosa. È pur vero però che su altri fattori di rischio possiamo lavorare. I nutrizionisti suggeriscono di inserire nella dieta cibi ricchi di calcio, verdure a foglia verde, pesce, succhi fortificati, latte, cereali, alimenti con vitamina D e ricchi di proteine; gli esperti mettono in guardia anche su fumo, perdite di peso o bassi indici di massa corporea, consumo frequente di alcol, inquinamento dell’aria e scarsa attività fisica. A tal riguardo, il National Institute on Aging (NIA) raccomanda di eseguire esercizi di carico a basso impatto, che aiutano a costruire e rafforzare le ossa.

 

 www.medicalnewstoday.com

Gnocchetti di castagna con fonduta di Fontina Dop d’Alpeggio

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Tra i piatti selezionati dal Consorzio Produttori e Tutela della DOP Fontina vi è la ricetta dello chef Claudio Sadler, che unisce la dolcezza della Fontina ad un ingrediente tipico dell’autunno, le castagne.
Questo primo prevede la scelta della Fontina DOP Alpeggio, prodotta da giugno a settembre negli alpeggi ad alta quota della Valle d’Aosta, di recente riconosciuta dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste: dolce e aromatica grazie ai sentori di erba fresca e fiori di montagna.

GNOCCHETTI DI CASTAGNE CON FONDUTA DI FONTINA DOP D’ALPEGGIO E POLVERE DI VERZA

Ingredienti per 4 persone

500 g patate
100 g farina 00
25 g farina di castagne
40 g tuorlo
200 g castagne gelo
50 g Grana Padano
sale q.b
pepe q.b
noce moscata q.b

Cuocere le patate in forno preriscaldato a 190°C per circa 50 minuti, su una teglia con letto di sale grosso, a forno a statico. A cottura ultimata, pelare e schiacciare le patate per poi disporle a fontana su un piano da lavoro. Aggiungere entrambe le farine, le uova, il Grana Padano, sale, pepe e una grattugiata di noce moscata. Per ultimo, aggiungere le castagne precotte tagliate a pezzettini.
Impastare tutto, sino ad ottenere un impasto omogeneo. Successivamente tagliare e formare gli gnocchi, disporli e tagliarli su teglia con carta forno e infine abbatterli.

Ricetta dello chef Claudio Sadler

www.fontina-dop.it

I polifenoli riducono obesità e diabete

Un potenziale antiossidante a carico cellulare è il comune denominatore di più di 8.000 tipi di polifenoli, sostanze naturalmente presenti in frutta, verdura, cereali integrali, noci e semi. Poiché si ritiene generalmente che questi abbiano un sapore amaro, interagiscono con i recettori del gusto amaro sulla lingua, i recettori del gusto di tipo 2 (T2R). E proprio la loro l’attivazione dei T2R nel tratto gastrointestinale, con una conseguente secrezione di ormoni che regolano l’appetito e lo zucchero nel sangue, è stato oggetto di una recente scoperta documentata su Food Bioscience, condotta presso lo Shibaura Institute of Technology, in Giappone.
Questi recettori sono ampiamente espressi nel tratto digestivo e sono coinvolti nella secrezione di incretina, un ormone digestivo e nella soppressione dell’appetito. Da qui l’obiettivo di comprendere meglio la connessione tra polifenoli, T2R nel tratto gastrointestinale e potenziali benefici per la salute. Si è scoperto che l’attivazione di T2R causata dai polifenoli nel tratto gastrointestinale provoca la secrezione di colecistochinina e incretine, note per aiutare a diminuire l’appetito e a regolare i livelli di zucchero nel sangue. Il potenziale di regolazione del corpo attraverso l’alimentazione è, dunque, maggiore di quanto si pensi.

Il consiglio dell’esperto nutrizionista

Monique Richard, di Nutrition-In-Sight, spiega che assumere “un maggiore apporto di fibre, una varietà di frutta e verdura e cucinare di più ha effetti positivi sulla regolazione della glicemia, sulla gestione del peso, porta ad un senso di sazietà durante i pasti e migliora la regolarità dei movimenti intestinali. Per assumere più polifenoli, consiglia l’aggiunta di porzioni di verdure, mele, fagioli, tè nero, mirtilli, ciliegie, cacao in polvere e/o cioccolato fondente, bacche di sambuco, erbe, noci e semi.
Alcuni studi hanno riscontrato benefici nel consumo di 650 mg di polifenoli al giorno (una mezza tazza di mirtilli può contenere 535 mg). Anche un minimo di 35-40 g di fibre al giorno, da questi alimenti, sarà utile perché la maggior parte è anche naturalmente ricca di polifenoli. Il consiglio è assumere tre o quattro porzioni diverse al giorno tra frutta, verdura, legumi, semi e cereali integrali, e raggiungere quasi 30 in una settimana, variando il più possibile da fonti fresche, congelate o in scatola.

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A Bologna, il primo festival del vegan friendly

Funny Veg mette in campo un’intera giornata dedicata all’alimentazione vegetale al 100%, che si traduce in sostenibilità e benessere animale. L’evento si chiama FunnyDay ed è in programma l’8 settembre a Bologna.
In sala workshop (su prenotazione) si parlerà di tecniche di fermentazione e autoproduzione del miso, con Davide Belli di Kekoji; Massimiliano Morengosommelier e titolare di In Vino Vegan, in collaborazione con la Fattoria della Mandorla, spiegherà come abbinare vini e alternative vegetali ai formaggi; Paolo Dalicandro, con Tauro Essiccatori, curerà un intervento sull’autoproduzione, unitamente ai concetti di sostenibilità e zero sprechi; a conclusione vi sarà un viaggio nell’Aromaterapia Solida, a cura di Vallescura.
Ingresso libero invece per gli show cooking a cura della FunnyVeg Academy, con Simona ZambettiGiulia Giunta, autrice della rubrica Ricette Veg su “Alimenti Funzionali”, e Marta Navarrini. Alla scoperta dei sapori della cucina indonesiana, tra primi piatti tipici della cucina romana in chiave vegan e un’incursione nell’American Bakery, e un’improvvisazione di essiccazione al piatto con lo chef Dalicandro.
Il veg si declina in proposte street, caffetteria e aperitivo; aperto anche un mercatino con alternative vegetali al formaggio e alla carne, tra prodotti fermentati, dolci e vini bio, farine, legumi e pasta. Spazio anche alla cosmesi solida ecofriendly.

La sicurezza nei servizi di food delivery per celiaci e allergici

 

I servizi di food delivery hanno acquisito una rilevanza sempre maggiore, offrendo comodità e praticità a milioni di persone in tutto il mondo. Tuttavia, per chi soffre di celiachia o allergie alimentari, ordinare cibo da queste piattaforme può rappresentare una sfida, con il timore costante di contaminazioni incrociate con ingredienti che possono rappresentare un pericolo per la propria vita. In questo contesto, la gestione del pasto in sicurezza diventa una priorità assoluta.
La celiachia e le allergie alimentari sono patologie che richiedono un’attenzione costante dell’alimentazione poiché, come più volte ribadito, anche una minima contaminazione può scatenare reazioni avverse, mettendo a rischio la salute del consumatore. Pertanto, garantire la sicurezza alimentare diventa cruciale, anche e soprattutto quando si tratta di  servizi di delivery.
Una delle prime linee di difesa è la comunicazione chiara trasparente tra il cliente e il fornitore del servizio. Le piattaforme dovrebbero consentire di specificare le proprie esigenze dietetiche in modo preciso e dettagliato, includendo possibilmente non solo celiachia e allergie, ma anche intolleranze quale quella al lattosio. È bene ricordare che la legge (reg. eu 1169/11) obbliga gli operatori alimentari a indicare per iscritto gli allergeni presenti: in questo caso dev’essere indicato nel menù prima che il cliente effettui la scelta. Nel caso in cui poi si decida d’indicare l’assenza di glutine in un prodotto, è bene ricordare che, in base al reg. eu 828/14 la dicitura ha valore legale e sta a indicare che il prodotto ha un quantitativo di glutine inferiore a 20ppm.
I ristoranti e le cucine partner dei servizi di delivery devono essere adeguatamente formati sulle pratiche di sicurezza alimentare, compresa la gestione delle allergie e della celiachia. Il personale dev’essere consapevole della gravità di queste condizioni e dell’importanza di evitare contaminazioni incrociate durante la preparazione e la manipolazione del cibo. È importante osservare che, già nella formazione del personale per il sistema haccp, esiste un modulo dedicato alla conoscenza dei protocolli per poter servire in sicurezza un cliente allergico o celiaco.
Prima di confezionare un ordine per un consumatore con esigenze dietetiche particolari, i ristoranti devono innanzitutto, come per i locali con consumazione in situ, essere in grado di verificare con certezza gli ingredienti utilizzati e le modalità di preparazione del piatto. Questo include la conferma della assenza di glutine o di allergeni specifici, nonché la garanzia di utilizzo di utensili e attrezzature pulite e prive di contaminazioni.
Nel caso del delivery si aggiunge il momento dell’imballaggio e l’etichettatura chiara. Gli alimenti destinati a clienti celiaci o allergici devono essere confezionati separati dagli altri ordini e adeguatamente etichettati per evitare confusione. Inoltre, le etichette dovrebbero fornire informazioni dettagliate sugli ingredienti e sulle possibili contaminazioni incrociate. Per quanto invece concerne gli allergici, l’etichetta deve riportare l’eventuale presenza dei 14 allergeni indicati nell’allegato 2 del Reg.1169 in modo chiaro e netto, con caratteri ben riconoscibili.

Continua a leggere l’approfondimento a cura di Rossanina Del Santo, che pubblichiamo sulla rivista
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La dieta chetogenica può bloccare lo sviluppo del cancro al pancreas

 

Si è partiti con l’obiettivo di esaminare le modalità con cui il corpo è in grado di sostenersi durante il digiuno, il che può alterare il metabolismo attraverso una proteina nota come fattore di inizio della traduzione eucariotica (eIF4E): il corpo inizia a consumare grassi durante i periodi di digiuno, lo stesso processo che avviene durante il regime di una dieta chetogenica. Da lì sono emersi nuovi e promettenti risultati sul potenziale di cura di una combinazione dieta-farmaco per patologie tumorali. Nature pubblica i risultati del recente studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università della California a San Francisco, con cui si evidenzia la crescente importanza della medicina personalizzata: comprendere le esigenze metaboliche uniche dei diversi tumori consente di personalizzare i trattamenti, portando a terapie più efficaci e potenzialmente meno tossiche.
L’eFT508, un nuovo farmaco antitumorale attualmente in fase di sperimentazione clinica, blocca l’eIF4E e la via chetogenica, in modo che il corpo smetta di metabolizzare i grassi. Combinandolo con una dieta chetogenica, in un modello animale di cancro al pancreas, si riesce ad ottenere una riduzione dei tumori.
E mentre i ricercatori attendono che la maggior parte dei tumori presenti altre vulnerabilità, queste recenti scoperte aprono la strada a nuove strategie di trattamento del cancro sfruttando il concetto di prendere di mira le vulnerabilità metaboliche di una cellula tumorale. Approcci nutrizionali come la dieta mima digiuno (FMD) si sono già mostrati promettenti limitando alcuni nutrienti, attivando i naturali processi di ringiovanimento cellulare del corpo, che possono aiutare a combattere alcuni tumori.
Sarà necessario condurre ulteriormente la ricerca sugli esseri umani, considerando che seguire una dieta così rigorosa, quando si sta già affrontando un trattamento del cancro, non è facile, e che è importante considerare anche la qualità della vita del paziente. Gli studiosi mettono in guardia: molti pazienti affetti da cancro al pancreas perdono una quantità significativa di peso, per via del ridotto appetito o il rilascio di sostanze come la cacectina, che causa la rottura dei muscoli e la perdita di peso; una dieta che possa portare ad un’ulteriore perdita di peso potrebbe avere un effetto negativo sul sistema immunitario e sulla capacità di affrontare la malattia.

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La birra al gianduia

 

Si chiama Pastry Porter al Gianduia ed è il risultato della collaborazione triangolare fra Guido Castagna di Giaveno, To, Birrificio della Granda di Lagnasco, Cn, Canediguerra di Alessandria. Commercializzata in lattina da 33 cl., si tratta di una birra scura limited edition con gradazione alcolica 5,5% vol. e note marcate, che si sposa bene con il cioccolato gianduia e fondente. Per offrire il profumo e il sapore del cioccolato piemontese, gli ingredienti sono la nocciola Piemonte IGP sotto forma di farina, la fava di cacao in polvere e il lattosio (come alternativa al latte), inseriti in tutte le fasi, dall’ammostamento insieme al malto, alla bollitura, aggiunti insieme ai luppoli.

birrificiodellagranda.it
(foto Cesare Nai – Birrificio della Granda)

Il nuovo(?) marketing sensoriale

 

di Sebastiano Porretta
coordinatore scientifico di “Alimenti Funzionali”

La scienza sensoriale è un campo multidisciplinare che utilizza la vista, l’olfatto, il gusto, l’udito e il tatto per misurare, interpretare e comprendere le risposte umane agli alimenti e bevande. Ed è un settore che continua a crescere e ad adattarsi al rapido cambiamento delle preferenze dei consumatori e alle sfide sociali, tecnologiche e ambientali che plasmano il futuro del cibo. Ma dove si sta dirigendo?
Il futuro del cibo è uno spazio entusiasmante e l’importanza dell’esperienza sensoriale per i consumatori non verrà mai meno: se qualcosa non ha un buon sapore o non soddisfa le esigenze e le aspettative dei clienti, non lo compreranno, indipendentemente dai progressi scientifici interessanti o nuovi che sono stati condotti. Ora ci troviamo in un momento unico in cui possiamo sfruttare le nuove tecnologie per esaminare più a fondo il modo in cui interagiamo con il cibo per prendere decisioni di acquisto. Utilizzando la realtà virtuale, ad esempio, è possibile oltrepassare i confini ed esplorare spunti sensoriali da un nuovo ambiente. L’aumento degli acquisti alimentari online ha portato a una nuova entusiasmante area di studio: come possiamo offrire un’esperienza sensoriale in un paesaggio virtuale?
L’intelligenza artificiale è incentrata sull’apprendimento automatico e sul permettere che una macchina faccia ciò che farebbe un essere umano. Abbiamo già incorporato elementi di automazione che ci aiutano, ad esempio, a non calcolare più manualmente le nostre statistiche. Abbiamo una macchina per farlo.
Quindi, c’è un elemento d’intelligenza artificiale di base che usiamo ogni giorno, presupponendo che si stia utilizzando un programma per l’analisi dei dati. L’intelligenza artificiale potrà essere uno strumento utile per integrare la valutazione sensoriale mentre ci si adatta a un mondo e a un panorama di consumatori in continua evoluzione, ma una cosa importante da tenere sempre a mente è che i suoi risultati saranno più accurati, tanto più lo saranno gli input che forniamo. L’intelligenza artificiale può essere poi utilizzata per creare connessioni all’interno dei dati che potrebbero essere trascurati, per esaminare i cambiamenti di formulazione da una nuova prospettiva e prevedere dal punto di vista del consumatore la “successiva via migliore”. Dobbiamo riconoscere, tuttavia, che l’intelligenza artificiale è lì per aiutarci a svolgere compiti e definire informazioni migliori più rapidamente, ma non ancora per sostituirci. Un buon ricercatore sensoriale dev’essere aperto ad altre opinioni e idee. Le intuizioni che si possono ottenere da aree esterne al cibo renderanno uno scienziato più efficace. La comunicazione e la capacità di business sono fondamentali: essere in grado di parlare con il tecnico di laboratorio, il team di ricerca e sviluppo, i quadri intermedi e i dirigenti che prendono le decisioni finali.

Al prossimo UNPLUGGED
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Alimentazione e aging

 

Il progressivo incremento dell’età media ha determinato un aumento significativo dell’invecchiamento della popolazione, portando a un aumento del numero di individui affetti da malattie neurodegenerative e demenza. Questo fenomeno ha spostato l’attenzione verso strategie preventive, concentrandosi su approcci legati allo stile di vita, come la nutrizione. La ricerca scientifica sta cercando di comprendere l’influenza della dieta, il comportamento dei singoli nutrienti e/o la loro interazione dell’invecchiamento.
Oggi, sebbene non sia ancora stata fatta chiarezza e ci siano risultati un po’ contrastanti, alcuni studi hanno suggerito che nutrienti, in particolare alcune vitamine, flavonoidi e acidi grassi a lunga catena ω-3, potrebbero influenzare positivamente la funzione cognitiva. Le vitamine sono definite micronutrienti “essenziali”, in quanto il nostro organismo non è in grado di sintetizzarli e pertanto è necessaria la loro assunzione con la dieta. In particolare, gli studi hanno riferito che una carenza di vitamina D, inferiore a < 25 nmol/L (10 ng/mL), sia correlata all’aumento del rischio di deterioramento delle facoltà intellettive e che l’assunzione di vitamina E, in particolare il γ-tocoferolo, sia stato positivamente associato alla riduzione del rischio. Gli acidi grassi omega-3 (EPA e DHA) sono stati oggetto di studio per il loro potenziale ruolo nella salute cognitiva. Anche  questa classe di acidi grassi è definita essenziale e si trova soprattutto in alimenti di origine animale, in particolare nei pesci grassi come tonno (2,95 g/100 g), salmone (2,08 g/110 g), sgombro (1,99 g/100 g). Il Three City Study, studio osservazionale, ha evidenziato che livelli più elevati nel sangue di acido grasso eicosapentaenoico (EPA) sono stati associati a un minore rischio di demenza e di atrofia del lobo temporale mediale. Inoltre, è stata riscontrata un’associazione positiva tra i livelli ematici di acido docosaesaenoico DHA (sia da solo che in combinazione con EPA) e la funzione di memoria negli anziani con lievi disturbi. I risultati preliminari ottenuti hanno però indirizzato gli scienziati ad adottare una strategia volta all’identificazione di combinazioni di nutrienti coinvolti nel processo degenerativo. Uno studio effettuato nel 2017 ha messo in evidenza che un modello costituito da bassi livelli di vitamina D,  carotenoidi e acidi grassi polinsaturi, in combinazione con alti livelli di grassi saturi, è  associato a un rischio 3,7 volte più elevato di demenza. Sulla base di ciò, è stato ipotizzato che l’impiego di un approccio dietetico completo possa fornire maggiori vantaggi rispetto all’assunzione dei singoli nutrienti.
In questo contesto, la dieta mediterranea occupa un posto in prima fila come stile alimentare equilibrato e bilanciato, correlata alla riduzione del rischio di deterioramento cognitivo.

 

Continua a leggere l’approfondimento di Annalisa Taccari che pubblichiamo sulla rivista
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Recupero di microplastiche e riutilizzo grazie a betteri e insetti

 

Sviluppare tecnologie innovative per il recupero del microPET dalle acque reflue: questo l’obiettivo del progetto ProPla, finanziato da Fondazione Cariplo nel quadro del bando 2022 “Economia Circolare: Promuovere ricerca per un futuro sostenibile”. Le microplastiche a base di PET verranno convertite in molecole ad alto valore da un ceppo batterico ingegnerizzato e introdotto nell’intestino di larve di mosca soldato nera. Nel corso dei primi 12 mesi di attività, il gruppo di Ingegneria dell’Università dell’Insubria e l’Istituto di ricerca sulle acque del Cnr (Cnr-Irsa), partner del progetto, si sono focalizzati sullo sviluppo delle basi tecnologiche per il recupero del microPET dalle acque. Il gruppo di Biochimica dell’Università dell’Insubria e l’Università di Milano-Bicocca si sono dedicati all’espressione, purificazione e caratterizzazione degli enzimi in grado di convertire il PET in amminoacidi. Parallelamente, gli entomologi dell’Università dell’Insubria e dell’Università di Milano hanno lavorato sulla standardizzazione dell’allevamento delle larve di mosca e hanno condotto esperimenti preliminari sulla colonizzazione intestinale dell’insetto da parte del batterio Escherichia coli. Verrà inoltre condotto uno studio per valutare l’impatto ambientale e la fattibilità economica dell’approccio proposto.

R.C.
(fonte: www.cnr.it)
(Crediti: 5Gyres, courtesy of Oregon State University).

Le monacoline da riso rosso fermentato negli integratori alimentari

 

Secondo il panel NDA di EFSA, la monacolina risulta identica alla lovastatina, che attualmente è il primo farmaco effettivamente efficace contro l’ipercolesterelomia. Il riso rosso fermentato è tradizionalmente utilizzato in Cina come colorante alimentare e rimedio per favorire la digestione e la circolazione sanguigna, mentre le monacoline, la cui forma più abbondante è la K, sono prodotte durante il processo di lavorazione del riso rosso fermentato. Presente naturalmente in diverse specie di funghi comunemente consumate nell’Unione Europea, lo è anche nella dieta europea, anche se EFSA non ha ancora pronunciato un parere scientifico.
La lovastatina, un composto sintetico, identificato per la prima volta nell’Aspergillus terreus nel 1978 è commercializzata come farmaco in seguito all’autorizzazione della FDA nel 1987. Considerando le necessarie incertezze, è possibile stimare nei consumatori europei di funghi secchi un’esposizione fino ad 1 mg al giorno di lovastatina.
Il Monascus purpureus è una specie riso e produce molta lovastatina e molecole simili, come le monacoline. Nell’Unione Europea l’uso del riso rosso fermentato non è però autorizzato come colorante alimentare, quindi non è elencato nel Regolamento (CE) 1333/2008 sugli additivi alimentari.
Gli integratori alimentari contenenti preparati di riso rosso fermentato non rientrano ancora nel campo di applicazione del Regolamento (UE) 2015/2283 sui nuovi alimenti, in quanto già commercializzati e consumati ampiamente nel territorio dell’Unione prima del 1997, mentre l’uso del riso rosso fermentato in altre categorie alimentari è soggetto all’autorizzazione ai sensi di tale regolamento.
In particolare, è stata l’Italia a garantire il not novel food status negli integratori alimentari, aprendo alla conformità nella UE e consentendo l’uso di monacoline da riso rosso fermentato, come monacolina K, con una dose giornaliera massima di 3 mg.
Nel 2012 è stato autorizzato il seguente claim salutistico per il Monascus purpureus (riso rosso): la monacolina K del riso rosso contribuisce al mantenimento di livelli normali di colesterolo nel sangue. Le condizioni d’uso del claim, come da parere EFSA, specificano che: questa indicazione possa essere impiegata solo per un alimento che fornisca un apporto giornaliero di 10 mg di monacolina K del riso rosso. L’indicazione va accompagnata dall’informazione al consumatore che l’effetto benefico si ottiene con l’assunzione giornaliera di 10 mg di monacolina K da preparazioni di riso rosso fermentato.
Molti Stati Membri, inclusa l’Italia, hanno ritenuto quindi ragionevole un livello efficace a 10 mg e hanno, di conseguenza, adeguato i livelli massimi consentiti negli integratori alimentari.
Tuttavia, diversi Stati Membri hanno sollevato dubbi e preoccupazioni rispetto al consumo di integratori alimentari contenenti questa sostanza.

 

Continua a leggere l’approfondimento di Lucilla Caricchio che pubblichiamo sulla rivista
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