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Arachidi e spezie aiutano a mantenere in salute l’intestino

 

 

La dieta influenza i batteri che vivono nel nostro intestino, questi sono collegati al controllo glicemico, che è importante per regolare i livelli di zucchero nel sangue, alla risposta immunitaria ed a fattori di rischio cardiovascolare; gli stessi batteri si nutrono di cibi ricchi in fibre. Da qui, l’interesse scientifico per gli effetti sul microbioma intestinale di arachidi (fonte di fibre oltre che di proteine e grassi sani) ed erbe e spezie, tra cui cannella, zenzero, cumino e curcuma. Il Journal of Nutrition e il Clinical Nutrition riportano dati aggiornati a sostegno di nuove possibili strategie sanitarie preventive e terapeutiche.
I ricercatori riferiscono che il consumo di 3,3 o 6,6 g di erbe o spezie al giorno aumenta i livelli dei batteri Ruminococcaceae, un risultato rilevato anche tra coloro che hanno consumato noccioline; questi ultimi soggetti, in particolare, mostrano anche livelli più alti di Roseburia, batteri legati alla perdita di peso e alla ridotta intolleranza al glucosio.
Sembra che le Ruminococcaceae aumentino i batteri che producono butirrato, un acido grasso a catena corta che, se prodotto in quantità maggiori, controlla l’appetito, l’equilibrio energetico e migliora la glicemia. Per quanto riguarda erbe e spezie, la teoria è che i composti polifenolici (che ritroviamo anche nel cacao fondente, nel vino, in uva, bacche e ciliegie) contribuiscono a creare un ambiente nell’intestino favorevole alla crescita di una maggiore varietà di batteri.

 

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