In occasione della X Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata alla sensibilizzazione e alla prevenzione dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA), l’ADI Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione clinica ha rivelato che durante la pandemia (febbraio 2020 – febbraio 2021), i casi di disturbi alimentari sono aumentati in media del 30% rispetto allo stesso periodo 2019-2020, con un abbassamento della fascia di età (13-16 anni) e un incremento delle diagnosi soprattutto di anoressia nervosa. Si tratta di dati parziali ma preoccupanti. Come spiega Carmela Bagnato, segretario ADI, “i disturbi alimentari sono determinati da diverse concause di natura biologica, psicologica, sociale sui quali agiscono altri fattori ‘scatenanti’ come situazioni particolari di stress”. Il lockdown ha favorito, soprattutto nei ragazzi, l’instaurarsi di alcuni di questi, come l’isolamento sociale, le incognite sul rientro a scuola, il distanziamento forzato dai coetanei, la paura del contagio associati spesso alla perdita di controllo e al maggior tempo a disposizione per concentrarsi sull’immagine di sé. Tutte queste condizioni conducono ad un aumento delle restrizioni alimentari o, all’opposto, degli episodi di alimentazione incontrollata, portando a una maggiore concentrazione sull’immagine di sé, lasciando più tempo a disposizione per riflettere e porre maggior attenzione al corpo, e quindi al cibo e all’attività fisica, e all’emergere di comportamenti disfunzionali, sia in eccesso che in difetto.
Secondo i dati più recenti del Ministero della Salute, in Italia sono circa 3 milioni i giovani che soffrono di DNA, di cui il 95,9% sono donne e il 4,1% uomini. L’incidenza dell’anoressia nervosa è stimata per il sesso femminile in almeno 8 nuovi casi per 100.000 persone in un anno, e fra lo 0,02 e 1,4 nuovi casi nel sesso maschile.
I rischi di complicanze mediche associate alla malnutrizione potrebbero aggravarsi in presenza di COVID-19, le strategie terapeutiche nell’ambito dei DA in questo lungo e difficile periodo vanno dunque ripensate e riviste, con un aumento dei trattamenti psicologici online.