Un’indagine condotta da BVA Doxa per il Centro Informazione Birra (CIB) di AssoBirra accende i riflettori sull’attenzione al benessere e alla pratica di sport degli amanti della birra, con il coinvolgimento di Michele Contel, segretario generale Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcool.
Otto beer lover su dieci sono attenti al proprio benessere: consumano alcolici in misura moderata (80%), prestano attenzione ad un’alimentazione sana ed equilibrata (73%) e curano l’aspetto fisico (67%). Pratica sport abitualmente più della metà (51%) degli intervistati, con una preferenza per quelli all’aria aperta; la Gen Z è la più sportiva su tutte e predilige maggiormente la palestra.
Gradita anche per la sua bassa gradazione alcolica e il ridotto contenuto in zucchero (ecco perché quasi 1 intervistato su 5 sceglie di berla dopo un’attività fisica, perché aiuta a reintegrare i sali minerali), la birra, dunque, può inserirsi in uno stile di vita improntato al benessere e all’equilibrio, come spiega Andrea Bagnolini, direttore generale di AssoBirra, che tiene a precisare: “La tendenza al consumo moderato italiano è di fatto un esempio per tutti i Paesi, motivo per cui come AssoBirra riteniamo rischiosa e anacronistica la proposta di etichettatura degli alcolici del Governo irlandese, che non permette di distinguere tra consumo responsabile ed eccessivo, rappresentando un danno per imprese e consumatori, senza beneficio nel limitare gli abusi, e soprattutto non è adattabile al nostro modello di consumo, dove quello pro capite di alcol è inferiore rispetto alla media europea”.
Lo stesso Contel, da più di trent’anni attivo nel campo dello studio e della comunicazione sul complesso delle materie alcol-correlate allo scopo di accrescere le conoscenze su produzione, consumo e abuso di bevande alcoliche, dichiara: “Il nostro Paese rappresenta un modello di come il valore implicito della moderazione coesista con la voglia di un’esperienza del bere che faccia stare bene con sé stessi. Per quanto riguarda la birra, è significativo che in un paese come l’Italia, da sempre caratterizzato da una forte cultura vinicola, la crescita di questa bevanda è concomitante ad una tendenza in calo dei consumi e ad un’esperienza del bere più improntata alla qualità rispetto alla quantità”.