L’esercizio fisico è la chiave per mantenere in salute corpo e mente, anche se si inizia più avanti nella vita. Migliora la cognizione inducendo cambiamenti a lungo termine nell’ippocampo, come un aumento del volume e del tasso di formazione neuronale. Approfondire queste due evidenze potrebbe consentire ai ricercatori di decodificare i trattamenti per condizioni cognitive come la demenza.
Da una serie di esperimenti in colture cellulari, per capire come l’esercizio modifica le cellule dell’ippocampo, si è scoperto che i segnali chimici delle cellule muscolari in contrazione causano la crescita delle cellule dell’ippocampo e l’emissione di più segnali elettrici; inoltre le cellule di supporto (note come astrociti) regolano la crescita e l’attività neuronale per una funzione cerebrale ottimale. Gli esperti fanno sapere che anche l’allenamento di resistenza può avere un impatto positivo sulla funzione cerebrale.
I muscoli, dunque, sembrano ‘parlare’ al cervello. Ma in che modo l’esercizio fisico può ridurre il rischio di demenza? Aumentando il flusso di sangue al cervello, riducendo l’infiammazione e lo stress, migliorando il sonno e aiutando a mantenere un peso corporeo sano.
Gli esperti propongono un esercizio aerobico regolare per 20-30 minuti al giorno, camminando, nuotando o utilizzando una cyclette; consigliano di scegliere come target una frequenza cardiaca pari al 70% della propria frequenza cardiaca massima (per stimarla bisogna sottrarre la propria età da 220). Questa pratica dimostra una riduzione di demenza del 30-35%.
Questo tipo di risultati fornisce un’ulteriore prova dell’importanza dell’esercizio, in qualsiasi momento della vita, nel sostenere la plasticità dell’ippocampo e combatterne l’atrofia, che è un segno distintivo della malattia di Alzheimer. In futuro, studi come quello in questione, apparso su Neuroscience, potrebbero svolgere un ruolo fondamentale nell’aiutare a ottimizzare i regimi di esercizio per supportare la salute cognitiva.