Ne esistono 300, ma preferiamo abitualmente solo 10 formati di pasta. Lo rivela l’Unione Italiana Food, secondo cui la top 10 rappresenta il 60% delle 1,4 tonnellate che consumiamo ogni anno. E un piatto di pasta su 5 è sempre a base di spaghetti, seguiti da penne rigate, fusilli, rigatoni, farfalle, linguine, lumachine, bucatini, mezze maniche e lasagne. Al Sud, però, ziti, ditalini, orecchiette e pasta mista risalgono le posizioni.
Preferiamo la pasta corta a quella lunga e la pasta rigata alla liscia. Anche se, in realtà, il parametro di ogni scelta dovrebbe essere la ricetta. E secondo Giuseppe Di Martino “l’abbinamento della pasta è una materia tipicamente italiana”. È perfetto quando percepiamo l’equilibrio tra formato e condimento. I formati più “gentili”, come le farfalle, si abbinano meglio con condimenti leggeri e freschi, i più strutturati come tortiglioni o bucatini, sposano salse robuste; paccheri e ziti sono ideali per condimenti eleganti e consistenti, mentre le mezze maniche sono una pasta più “quotidiana” e versatile. La superficie porosa o rigata cattura meglio i sughi più sciolti, mentre una texture più liscia è perfetta con sughi avvolgenti. E la larghezza di tagliatelle e pappardelle tende a “spalmarsi” sulla lingua e chiama un sugo saporito.
Lo spaghetto è al pomodoro, ma sta bene anche con aglio e olio, sughi di pesce, e Carbonara. Le penne rigate vanno gustate all’Arrabbiata, ma anche in insalate fredde di pasta, pasticci al forno e alla Norma. I pastai consigliano i fusilli alla puttanesca, i rigatoni al ragù, le farfalle profumate fredde con tonno, capperi, e limone e le linguine alle vongole. A racchiudere sughi e condimenti in piccoli bocconi ci pensano le lumachine; all’Amatriciana vanno gustati i bucatini, alla Carbonara le mezze maniche e da, tradizione, le lasagne a Carnevale.
Il design della pasta
Negli anni, designer di tutto il mondo si sono misurati con la sfida della pasta, con alterni risultati. Perché il formato non solo deve essere “bello”, ma piacere al consumatore. Tra spaghetti che diventano quadrati, conchiglie sempre più grandi e paccheri che si rimpiccioliscono, si punta ora alla personalizzazione (anche dell’impasto), resa possibile dalla stampante 3d, che permette la realizzazione di forme progettate e costruite in pochi minuti da un software.