Una recente review, pubblicata su Integratori e Benessere di Integratori Italia e condotta da Andrea Poli, Presidente di Nutrition Foundation of Italy, nell’ambito di uno studio degli stile di vita, alimentazione ed integrazione nell’epoca del Covid-19, rivela che circa 1 italiano su 10 assume integratori. Il 58% dei consumatori dichiara di utilizzarli per sostenere la funzione immunitaria.
Le vitamine D, C, B6 ed E sono tra i micronutrienti essenziali per garantire un corretto funzionamento del sistema immunitario. La D è largamente coinvolta nella regolazione delle sue funzioni; recenti meta-analisi hanno concluso che l’integrazione può ridurre il rischio di infezioni del tratto respiratorio sia nei bambini che negli adulti, ed è stata recentemente studiata (anche se con esiti non conclusivi) in relazione ai suoi possibili effetti sull’infezione da SARS-CoV-2. La vitamina C supporta la crescita e la funzionalità delle cellule responsabili del sistema immunitario, favorisce la risposta dei globuli bianchi alle infezioni e l’eliminazione dei microrganismi patogeni. Inoltre, sembra contribuire alla prevenzione delle infezioni respiratorie e a ridurne la durata e la gravità.
Grazie alla vitamina B6, il nostro organismo è facilitato nella formazione di globuli bianchi e nell’assicurare il normale funzionamento dei linfociti. La vitamina E, infine, protegge le cellule dell’organismo dallo stress ossidativo ed ha un ruolo anche nelle infezioni del tratto respiratorio.
I minerali
Un’adeguata assunzione di zinco è essenziale per il normale sviluppo e funzione delle cellule che partecipano alla risposta immunitaria. Studi sull’uomo hanno rilevato come la carenza in ferro possa, tra l’altro, alterare l’equilibrio tra cellule antinfiammatorie e proinfiammatorie. Recentemente l’EFSA ha riconosciuto il suo ruolo anche nel sistema immunitario dei bambini, stabilendo l’esistenza di un’associazione di tipo causa-effetto tra l’apporto nutrizionale del minerale e il contributo alla normale funzione del sistema immunitario fino ai 3 anni di età.
Un aumento dell’assunzione di selenio da parte di soggetti sani, ma con livelli relativamente bassi delle concentrazioni plasmatiche del selenio stesso, migliora l’immunità cellulare. Infine, un effetto favorevole sul mantenimento della funzione immunitaria è riconosciuto dall’EFSA anche al rame.
Omega 3 e i botanicals
Gli acidi grassi omega-3 a lunga catena, l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA), giocano un ruolo importante nel controllare i fenomeni dell’infiammazione e il danno tissutale. Un’indagine globale sui livelli di EPA + DHA nel sangue basata su 298 studi ha rilevato una situazione di livelli “bassi” o “molto bassi” (associati ad un aumento del rischio di mortalità cardiovascolare) di questi acidi grassi nella maggior parte dei paesi valutati. Carenze che potrebbero essere rilevanti anche nel contesto delle patologie che si manifestano, nei casi più gravi, come una reazione infiammatoria incontrollata.
Molti derivati vegetali possono svolgere azione di difesa se impiegati come integratori, poiché limitano l’eccesso di risposta allo stimolo infiammatorio e modulano le difese dell’organismo. Tra i più efficaci vi sono la papaya, l’echinacea, la radice di eleuterococco, la radice e corteccia di guava brasiliana.
I polifenoli
Definiti antiossidanti, i polifenoli ripristinano la normale omeostasi cellulare e limitano il danno infiammatorio.
La curcumina ha, per esempio, proprietà antinfiammatorie dimostrate da molti studi e dati preliminari interessanti sono stati pubblicati anche per la quercetina; la liquirizia e, in particolare il suo componente più noto, la glicirrizina, la cui attività anti-infiammatoria è ben documentata. L’echinacea, originaria del Nord America, sarebbe in grado di modulare favorevolmente il sistema immunitario.
Probiotici e prebiotici
La somministrazione di probiotici riduce le infezioni virali respiratorie, tra cui quelle dai virus dell’influenza. Una meta-analisi di 52 studi randomizzati controllati condotti nell’uomo ha identificato probiotici efficaci contro infezioni acute del tratto respiratorio, diarrea associata ad antibiotici, diarrea infettiva acuta, coliche infantili ed enterocolite necrotizzante.
Anche i prebiotici possono modulare il microbiota intestinale e i suoi potenziali ruoli immuno-modulatori.