Pubblicato sulla rivista Frontiers in Neuroscience, un nuovo studio, condotto da un gruppo di ricercatori della University of East Anglia, mostra il potenziale neuroprotettivo dei flavonoidi contenuti negli agrumi, evidenziando le già note proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, ma anche un’influenza sulla funzione/integrità della barriera emato-encefalica con cui questi effetti neurologici vengono mediati.
Studi osservazionali e preclinici evidenziano una relazione inversa tra il consumo di composti polifenolici e la mortalità per malattie cardiovascolari; se la salute cardiovascolare è un fattore che contribuisce al benessere del cervello, i loro benefici possono estendersi anche alle funzioni cerebrali.
Studi condotti sugli animali hanno dimostrato che aggiungere agrumi alla dieta migliora i deficit in apprendimento e memoria, specie per la memoria di spazio, ovvero quelle competenze collegate alle percezioni di spazio, e la memoria di riconoscimento. Occorrono studi clinici condotti sull’uomo per produrre una solida valutazione del loro potenziale terapeutico, ma i pochi a disposizione hanno dato seguito alle intuizioni meccanicistiche stabilite nel contesto preclinico.
Data la natura multifattoriale delle malattie neurodegenerative, si ipotizza che le complesse miscele di polifenoli presenti negli agrumi e nei succhi e le loro sfumature bioattive apporterebbero maggiori benefici rispetto ad un composto purificato, ma questo deve ancora essere determinato.
Sebbene sia necessario un lavoro significativo per stabilire appieno i benefici dei polifenoli degli agrumi sulla salute celebrale, i dati in vitro e preclinici, combinati con gli studi emergenti sull’uomo, indicano un potenziale futuro.