Una ricerca condotta presso la Chinese Academy of Medical Sciences and Peking Union Medical College di Pechino, pubblicata sul Journal of Cosmetic Dermatology, prova l’effetto protettivo del caffè sulla pelle del viso. Maggiore è il suo consumo, pur moderato che sia (ovvero 3-5 tazze al giorno, sulla base della opinione sulla sicurezza della caffeina dell’EFSA), minore sarà il rischio di invecchiamento cutaneo. Il suo potere anti-age si attiva fin dal chicco: l’estratto di polpa di caffè migliora l’umidità, la luminosità, l‘elasticità, la pigmentazione, la consistenza e il contenuto di collagene della pelle, la cui sintesi può essere stimolata dall’olio di caffè verde.
Questi dati vanno ad arricchire una letteratura scientifica dedicata al caffè che offre prova delle sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, accentuate dalla tostatura. È merito soprattutto dei polifenoli, che ritroviamo in particolare nell’espresso, se una tazzina di caffè può ritardare l’invecchiamento cellulare: contrastano i radicali liberi, tra le prime cause dello stress ossidativo che influenza fortemente l’invecchiamento cutaneo. In particolare, l’acido clorogenico (presente soprattutto nel caffè verde, ad elevate concentrazioni) aiuta a mantenere la pelle del viso più giovane, svolgendo una protezione contro i danni dei raggi UV e diminuendo l’iperpigmentazione delle macchie solari.
Mentre la caffeina, anche a bassi dosaggi, allunga i telomeri, piccole porzioni di DNA che proteggono le estremità dei cromosomi e il cui accorciamento può provocare la senescenza cellulare, e attiva l’autofagia, ovvero il processo di pulizia cellulare (le cellule eliminano, mangiandoli, i propri componenti danneggiati o inutilizzati).