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IL CIBO NEI MEDIA ITALIANI


Si parla più di cibo che di politica. E lo chef più citato è Gordon Ramsay

Nel corso del 2019, stampa, web, tv e radio italiani si sono occupati 1.373.312 volte di cibo. 729.357 il web, 524.488 la stampa, 88.555 la radio e 30.912 la tv, per l’esattezza. Questo è quanto emerge dal 1° Rapporto annuale sull’informazione alimentare nei media italiani, presentato a Torino, all’avvio dei lavori della 5a edizione del Festival del Giornalismo Alimentare.

Con l’obiettivo di misurare l’impatto dei temi alimentari sui media, intercettare gli argomenti più discussi e analizzare le modalità di informazione, sono stati analizzati 350.000 fonti e 1 milione di contenuti al giorno. Il report è stato realizzato da L’Eco della Stampa.

“In Italia il cibo rappresenta una grande fetta della cultura e della vita quotidiana. Di cibo, grazie ai nuovi media, parlano e scrivono tutti, e sempre più. Abbiamo pensato che fosse necessario misurare con dati oggettivi quanto spazio i temi alimentari occupano sui mezzi di comunicazione. Il tema è strategico, anche in funzione dell’evoluzione stessa dei canali e degli strumenti di comunicazione. Nonostante le difficoltà attraversate dai media, in questi ultimi anni abbiamo assistito alla crescita, in controtendenza, del numero dei mezzi e degli spazi dedicati all’informazione sul cibo”, spiega Massimiliano Borgia, ideatore e direttore del Festival del Giornalismo Alimentare.

Se per radio e televisione l’andamento nel corso dell’anno è stato costante, il picco di informazione sul cibo su web e stampa si è registrato nel mese di ottobre, rispettivamente 74.546 e 58.782 pubblicazioni. Il cibo ha rappresentato il 13,5% dell’informazione legata al tema del Made in Italy, che ha prodotto in totale quasi 300mila pubblicazioni, di cui oltre 200mila riguardano le denominazioni di origine.

Il report rivela anche i dati relativi al binomio alimentazione-salute e, complice una generale crescente sensibilità verso i temi della sostenibilità, anche il tema dello spreco alimentare ha iniziato a farsi spazio tra i contenuti.

“Di cibo sui media si parla tantissimo, una vera bulimia informativa che caratterizza stampa, web, radio e tv. I dati emersi da altre nostre ricerche, confrontate con questo nuovo report, ci dicono che si parla molto più di cibo che di politica, anche considerando un periodo come quello delle elezioni europee tenutesi nel 2019. Molto spazio viene dedicato al tema della sicurezza e delle malattie legate al cibo o che l’alimentazione può risolvere. Va registrato, però, che al grande attivismo dei media del Nord fa riscontro la poca attenzione del Centro Italia. Così come temi quali l’alimentazione vegana e vegetariana, largamente diffuse tra la popolazione, vengono sottaciuti a favore della dieta mediterranea. Una conversazione a cavallo tra info e tainment, un equilibrio difficile su un tema così ricco di aspetti sociali, culturali e anche etici”, ha commentato Alessandro Cederle, direttore de L’Eco della Stampa.

“Un primo aspetto socialmente interessante è che il cibo si vive, diventa esperienza, fa parte della vita di tutti i giorni, non più come consumo semplicemente funzionale – il doversi nutrire – ma anche e soprattutto come bene esperienziale, in grado di aggregare le persone. E si ha una compartecipazione sempre più vissuta tra utente finale e aziende, fino alla co-creazione di cibi e bevande. Il consumatore vuole dire la sua, non sta più solo a guardare cosa fanno le aziende del food&beverage. Sempre di più vuole esprimere un parere, essere coinvolto già nella fase di ideazione del prodotto. Diventa consum-attore e le aziende utilizzano i social o le community online per promuovere nuove idee e nuovi prodotti, ascoltando quello che il consumatore dice”, ha concluso Guia Beatrice Pirotti, docente SDA Bocconi e coordinatore del Master of Management in Food & Beverage.

Un’ultima curiosità emersa dal report: è Gordon Ramsay lo chef più citato, seguito da Alessandro Borghese e Joe Bastianich.

www.festivalgiornalismoalimentare.it

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