Il ginseng contiene una componente farmacologica naturale che gli esperti chiamano ginsenosidi, che stabilizzano l’insulina e il glucagone, contribuendo a mantenere livelli ottimali di glucosio nel sangue. Affermare che la pianta sia benefica richiede, tuttavia, richiede ulteriori ricerche.
Nel frattempo sappiamo che può offrire un’opzione di trattamento adiuvante, relativamente sicura ed economica, per il diabete e le sue potenziali complicanze, lo riporta online anche il Medical News Today, che individua in cannella, cardo mariano, zenzero, melone amaro ed aloe vera sue possibili alternative.I ginsenosidi aiutano il pancreas a modulare la quantità di insulina che secerne per ottenere un migliore controllo glicemico, fanno sì che il corpo trasporti correttamente il glucosio nelle cellule prevenendone l’accumulo nel sangue, riducono la resistenza all’insulina, che è fonte di infiammazione. E se il diabete incontrollato provoca una produzione eccessiva di radicali liberi, che danneggiano le cellule, con le sue proprietà antiossidanti il ginseng ne attenua gli effetti.
Diabete a parte, alcune prove suggeriscono che il ginseng può essere un potenziatore sessuale naturale, migliora i fattori di rischio cardiovascolare e aiutare a rilassare i muscoli necessari per l’erezione. Grazie ai suoi antiossidanti, può ridurre gli effetti dell’invecchiamento, promuovere processi cognitivi, migliorare la funzione del lobo frontale e alleviare lo stress.
Restano però dubbi sulla sicurezza di un suo uso a lungo termine, può interagire con alcuni farmaci e sembrerebbe, inoltre, legato a casi di insonnia, dolori al seno, pressione sanguigna bassa o alta, problemi digestivi, perdita di appetito, male alla testa, aumento della frequenza cardiaca.