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Il microbiota intestinale aiuta a perdere peso

 

I risultati di una recente ricerca apparsa su mSystems, dell’American Society for Microbiology, aprono nuove possibilità sulla modulazione degli interventi di perdita di peso attraverso il microbiota intestinale. Era già noto che la composizione dei batteri nell’intestino è diversa nelle persone obese rispetto alle persone non in sovrappeso, ma i ricercatori rivelano che esiste un diverso insieme di geni, codificati nei batteri del nostro intestino, che conferiscono più o meno resistenza.
Invece di una dieta specifica o di un programma di esercizi, hanno previsto un programma di coaching comportamentale abbinato ai consigli di un dietologo e di un infermiere, affidandosi alla metagenomica, analizzando quindi metaboliti e proteine del sangue, questionari dietetici e batteri intestinali. I 48 soggetti dello studio hanno perso più dell’1% del loro peso corporeo al mese, per un periodo dai 6 a 12 mesi.
Gli studiosi, dopo aver controllato per età, sesso e BMI di base, hanno identificato 31 caratteristiche funzionali metagenomiche delle feci di base, che erano associate alle risposte alla perdita di peso. Questi includevano polisaccaridi complessi e geni di degradazione proteica, di risposta allo stress, correlati alla respirazione, di sintesi della parete cellulare e tassi di replicazione batterica intestinale. La rivelazione scientifica consiste nel fatto che la capacità del microbiota intestinale di abbattere gli amidi è aumentata nelle persone che non hanno perso peso, mentre i geni che aiutano i batteri a crescere più velocemente, moltiplicarsi, replicarsi e assemblare le pareti cellulari sono aumentati nelle persone che hanno perso più peso.
“I fattori che determinano l’obesità rispetto alla non obesità non sono gli stessi fattori che determinano se si perde peso con un intervento sullo stile di vita”, si legge sulla nota scientifica online. E se si ha una composizione di geni batterici intestinali che conferisce resistenza alla perdita di peso, si potrebbe modificare la dieta per passare a una composizione che invece la promuoverebbe.

 

https://journals.asm.org/doi/10.1128/mSystems.00964-21

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