Con il World Pasta Day, American Pistachio Growers, associazione no profit che riunisce i coltivatori di pistacchi americani, mette a nudo gli italiani in fatto di pasta e condimenti, e rivela che ad oltre 8 su 10 piace la croccantezza dei pistacchi americani come topping. Anche in ricette semplici e leggere, a quanto pare le preferite da molti di noi (quasi 4 italiani su 10).
“Il principale pregio della pasta è di essere un’eccellente fonte di amido – spiega Martina Donegani, biologa nutrizionista –, carboidrato complesso che dovrebbe essere la nostra principale fonte di energia e, a differenza di altri prodotti come il pane e il riso, ha anche un indice glicemico relativamente basso”. Specie nella versione integrale, ricca in fibre, e al dente, per garantire all’organismo un regolare e prolungato rifornimento di energia senza provocare un brusco aumento della glicemia, come spiegano gli esperti.
I pistacchi americani sono ricchi in proteine ad alto contenuto di leucina (uno dei 9 aminoacidi essenziali), che vengono digerite molto più rapidamente e forniscono un buono stimolo alla sintesi proteica muscolare (MPS), per mantenere il peso forma. “La pasta contiene una buona dose di proteine (mediamente dall’11 al 14%) e fornisce anche vitamine del gruppo B e sali minerali, come fosforo e potassio. Il sugo che la accompagna può essere fonte di principi nutritivi”, spiega la nutrizionista. Un mix di verdure accompagnato a una fonte proteica e di grassi buoni, anche vegetale come possono essere i pistacchi americani, riduce ulteriormente il carico glicemico del pasto e la rende un piatto più equilibrato. “Quanto alle calorie, un etto di pasta fornisce circa 350 kcal, che aumentano in base all’abbondanza del sugo”.