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Il tempismo dell’esercizio fisico

 

Possiamo evitare di iniziare la giornata con un lungo allenamento e avere ugualmente dei benefici sull’insulino-resistenza (una condizione che può portare a una diagnosi di diabete di tipo 2), allenandoci più tardi nel corso della giornata, per brevi periodi di tempo ma con un ritmo più veloce o a un’intensità maggiore. Lo afferma un gruppo di ricercatori che hanno analizzato gli effetti di un’attività fisica da moderata a vigorosa eseguita nel pomeriggio e a sera, rilevando una riduzione del 25%, nel primo caso, e del 18% nell’altro. Esiste, quindi, un ‘tempismo’ dell’esercizio fisico, un campo relativamente inesplorato negli studi sull’uomo, cruciale per il benessere fisico quanto la durata.
I cosiddetti ‘spuntini’ di attività fisica scongiurano la perdita muscolare, perché aiutano a costruire muscoli utilizzando più aminoacidi dai cibi che mangiano, per cui 2 minuti di attività fisica vigorosa, pari a 15 minuti a settimana, sembrerebbero allungare la vita.
Gli studiosi correlano quantità e frequenza dell’esercizio vigoroso ad una minore incidenza di malattie cardiovascolari e cancro, fatta la distinzione tra moderato, ovvero un esercizio che aumenta notevolmente la frequenza cardiaca ma non lascia necessariamente le persone senza fiato, e vigoroso, durante il quale si ha bisogno di fermarsi per respirare quando si parla, gli sprint per esempio, l’allenamento ad intervalli ad alta intensità, il nuoto o il ciclismo a velocità elevate.
Possiamo avere effetti sul benessere generale del nostro corpo anche facendo giardinaggio o svolgendo le faccende domestiche a un’intensità leggermente superiore per brevi periodi, intervallando un camminata veloce ad una più confortevole, quando si cammina durante il giorno.

 

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