ABBONATI ALLA RIVISTA

ABBONATI ALLA RIVISTA →

L’olio d’oliva fa vivere più a lungo?

 

 

Fa notizia un recente studio pubblicato solo qualche giorno fa sul Journal of the American College of Cardiology, che evidenzia come il consumo di oltre mezzo cucchiaio di olio d’oliva al giorno riduca il rischio di malattie cardiovascolari e cancro, correlando l’elemento cuore della dieta mediterranea ad una vita più longeva. L’analisi in questione usa dati provenienti da due ricerche precedenti iniziate negli ’70 e ’80 e ottanta, seguendo la dieta, stile di vita e parametri di salute di oltre 90.000 partecipanti per quasi 30 anni, per analizzare il legame tra il consumo di olio d’oliva ed i decessi. Il consumo di grassi ed oli cambiava nel tempo tra i partecipanti e l’aumento dell’olio d’oliva era correlato ad un rischio inferiore di morte, dovuta anche a malattie cardiovascolari, malattie degenerative del cervello e respiratorie e per cancro. Per i ricercatori sostituire margarina, burro, maionese e altri grassi provenienti dai latticini con l’olio d’oliva potrebbe ridurre il rischio di mortalità. Allo stesso tempo, non ci sono evidenze che mostrino l’olio di oliva sia preferibile ad altri oli vegetali.
Il Consiglio Europeo d’Informazione sull’Alimentazione analizza nel dettaglio questo studio e fa luce su alcune dovute considerazioni. La prima riguarda la difficoltà di comprovare che il consumo di olio d’oliva sia l’unico fattore in termini di dieta e stile di vita con un impatto sui risultati. I questionari per la sorveglianza nutrizionale potrebbero non offrire un quadro completo della quantità e del tipo di olio d’oliva consumato ed “oltre mezzo cucchiaio di olio d’oliva al giorno” potrebbe non essere necessario, considerando che i benefici erano presenti anche con quantità minori. Su questo punto, l’Eufic specifica che nonostante lo studio rilevi che l’aumento del consumo di olio d’oliva sia associato ad un rischio inferiore di mortalità sia cardiovascolare che dovuta al cancro, resta difficile capire il livello di assunzione minimo, perché si osservano riduzioni di rischi significanti anche con meno di un cucchiaino d’olio d’oliva al giorno. Infine, la ricerca prende in esame solo una popolazione specifica negli Stati Uniti e potrebbe non essere rappresentativa per altre popolazioni, etnie e culture.

 

Cosa consigliano le autorità

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di assumere meno del 30% delle calorie da fonti di grassi, sottolineando che i grassi insaturi contenuti negli oli vegetali (come l’olio d’oliva, girasole, canola e semi di soia) sono preferibili rispetto ai grassi saturi di origine animale, come burro, panna, formaggio e lardo.
Le linee guida nutrizionali per il consumo di oli e grassi variano a seconda dei Paesi europei. In Italia, si sottolinea l’importanza di usare grassi insaturi principalmente a crudo e di scegliere metodi di cottura senza temperature eccessive o per tempi troppo lunghi. Una porzione tipo è rappresentata da un cucchiaio di olio d’oliva (10 g), oppure in alternativa la stessa quantità di burro o margarina.

 

www.eufic.org/it/

 

olio-3.jpg

olio-2.jpg

Articoli simili