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La carne sintetica rappresenta il futuro?

Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo stop alla produzione e commercializzazione di alimenti e mangimi sintetici in Italia. Sebastiano Porretta illustra come si ottiene la carne sintetica e i suoi pro e contro

 

Qualche mese fa, invitato a Singapore al Congresso Mondiale di Scienza e Tecnologia degli Alimenti, in una cena di gala mi è stata offerta della carne sintetica (autorizzata in quel Paese): ovviamente non ci avevo fatto caso e l’ho consumata come se fosse una fettina normale. Saranno state le salse, ma l’ho trovata squisita e con una texture ottimale.
Come noto, in questi giorni il Consiglio dei Ministri ha approvato lo stop alla produzione e commercializzazione di alimenti e mangimi sintetici in Italia. È uno stop alla carne, al pesce e al latte sintetico quello contenuto nel disegno di legge del ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare. La bozza prevede sanzioni da 10 a 60mila euro, oppure fino al 10% del fatturato totale annuo, per chi produce, vende, distribuisce o somministra alimenti, bevande e mangimi realizzati in laboratorio partendo da cellule animali. Tuttavia, i divieti contenuti nel ddl non si applicheranno ai prodotti legalmente fabbricati o commercializzati in un altro Stato membro dell’Unione europea. Qualora insomma l’Efsa, l’autorità Ue per la sicurezza alimentare, dovesse approvarne l’uso negli Stati membri (vale la pena ricordare che la Commissione UE non ha ancora rilasciato l’autorizzazione, previa una valutazione da parte dell’Efsa), per le regole comunitarie della libera circolazione dei beni e dei servizi l’Italia non potrebbe opporsi alla loro distribuzione; una possibile deroga potrebbe essere giustificata solo da un interesse generale di natura non economica (ad esempio, tutela della salute, ordine pubblico o pubblica sicurezza), ma non da costituire una discriminazione o restrizione dissimulata, nè basterebbe addurre la tutela della tradizione alimentare italiana.


Perché?

La carne, ma anche i frutti di mare e altre specie agricole coltivate, potrebbero essere considerati una soluzione promettente e innovativa per contribuire al raggiungimento degli obiettivi della strategia farm to fork per sistemi alimentari equi, sicuri, sani e rispettosi dell’ambiente. Tuttavia, il potenziale impatto ambientale e sugli aspetti della sostenibilità devono essere valutati a fondo e la sicurezza dev’essere stabilita.

 

 

Come si ottiene

La carne coltivata inizia estraendo cellule staminali dai muscoli di animali adulti viventi o cellule staminali da embrioni di bovini, maiali, tacchini, polli, anatre e pesci (anche se teoricamente da qualsiasi altra specie animale).
Le staminali estratte sono trasferite in un bioreattore, che altro non è che uno strumento che riproduce le condizioni ottimali per la crescita cellulare (lo si usa anche per yogurt o birra).
Tralasciando di entrare in dettagli troppo tecnici, quali il siero come ingrediente fondamentale del terreno di coltura per le cellule (attualmente deriva da siero fetale di bovino, un particolare tuttavia fondamentale per vegetariani e vegani, anche se ne sono allo studio altri di origine vegetale), vediamone i pro e i contro.

 

 

Pro

Dal punto di vista della sicurezza alimentare, crescendo in un ambiente fortemente controllato si riduce in tal modo il rischio di malattie di origine animali e la necessità d’utilizzare antibiotici. Oltre a questo, diventa possibile confezionare un alimento in un unico luogo, evitando contaminazioni esterne.

Contro

Gli aspetti negativi sono principalmente di natura etica. Una prima riflessione riguarda il benessere animale: come accennato a oggi viene utilizzato il siero fetale bovino, un sottoprodotto dell’industria della carne. Inoltre, l’impatto che potrebbe avere sul piano socio-economico a seguito della riduzione degli allevamenti intensivi e del personale coinvolto.

 

Quanto costa

Ci ricorderemo sicuramente del primo hamburger di carne sintetica mostrato a Londra nel 2013 e costato 330.000 sterline: oggi ne costa ca 10 $, mentre un secchiello di pollo fritto ca 6 $.

Sebastiano Porretta
Coordinatore scientifico “Alimenti Funzionali”

 

 

 

 

 

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