Mentre gli integratori probiotici guadagnano a pieno titolo la scena grazie a un buon 80% di consumatori che sceglie di assumerne almeno uno al giorno, e grazie anche ad alcuni produttori di alimenti che li aggiungono alle loro offerte, si fanno strada anche i prebiotici, importanti per la costruzione di un intestino sano e per la stessa efficienza dei primi.
ovvero quelli che ne contengono tra 79-243 milligrammi per grammo di alimento: tarassaco verde, topinambur, aglio, porri e cipolle. Lo studio è stato presentato a Nutrition 2023 di Boston.
Già noti agli studiosi per essere ricchi di prebiotici, questi sorprendono perché apportano la quantità giornaliera di prebiotici raccomandata dall’Associazione scientifica internazionale per i probiotici e i prebiotici (5 grammi) in porzioni relativamente piccole. I ricercatori menzionano anche anelli di cipolla, cipolle in crema, i cosiddetti fagioli dall’occhio, asparagi e cereali All-Bran di Kellogg, con circa 50-60 milligrammi di prebiotici per grammo.
Gli alimenti individuati sono ricchi di fibre, il che è benefico anche per la salute dell’intestino, in particolare i topinambur ad elevato contenuto di inulina, quella che viene scomposta nell’intestino e che rilascia i nutrienti prebiotici sani.
Ma in cosa differiscono prebiotici e probiotici?
I probiotici sono microrganismi che le persone consumano, i batteri buoni che aiutano a digerire il cibo e a mantenere il corpo in equilibrio. Antibiotici ed alcol, per esempio, possono compromettere l’equilibrio del microbioma, da qui l’efficacia di integratori o cibi fermentati come yogurt, crauti, kefir e kimchi.
I prebiotici sono fibre alimentari non digeribili dall’organismo: mentre attraversano il sistema digestivo, i probiotici si nutrono di loro per rimanere in vita e crescere. “Sono substrati che i batteri benefici possono utilizzare direttamente per conferire benefici per la salute all’ospite, poiché questi batteri svolgono funzioni vantaggiose per la salute umana”, spiegano gli esperti. Supportano i probiotici, ma contribuiscono anche all’assorbimento del calcio, al bilanciamento della glicemia e riducono il rischio di stitichezza.
Mentre si cerca di comprenderne l’efficacia contro la sindrome dell’intestino irritabile e l’obesità, oltre a prevenire alcuni tipi di cancro come il cancro del colon-retto, ci si chiede se questi alimenti prebiotici possano essere utili anche contro la depressione. E detta degli stessi ricercatori sarebbe interessante condurre studi controllati randomizzati per studiarne la correlazione con vari stati patologici.