Sulla rivista Nature si legge quanto di paradossale potrebbe apparire. La carenza dell’enzima lattasi e la particolare composizione del microbiota intestinale degli intolleranti al lattosio gioca un ruolo chiave contro una delle malattie metaboliche più diffuse al mondo, il diabete.
Lo studio in questione, condotto presso Harvard e l’Einstein College di New York, evidenzia un ruolo protettivo del latte nei confronti del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, tra gli adulti con intolleranza al lattosio. È proprio la mancanza (o una quantità insufficiente) dell’enzima lattasi ad arricchire il microbiota intestinale con batteri capaci di influenzare in modo positivo lo stato metabolico del soggetto intollerante al lattosio. L’aumento di bifidobatteri particolarmente attivi nella metabolizzazione del lattosio e nella regolazione del sistema immunitario e del transito intestinale migliora l’assorbimento del glucosio, con attività protettive peculiari nei confronti del diabete di tipo 2.
Dunque, il consumo di latte e prodotti lattiero-caseari potrebbe migliorare la sintomatologia dovuta all’intolleranza grazie a un arricchimento della flora batterica intestinale.
“Queste evidenze scientifiche – commenta Assolatte – confermano come la prevenzione del diabete possa beneficiare del mantenimento di un’alimentazione sana ed equilibrata, in cui non manchino il latte e i prodotti lattiero-caseari. Un consumo di lattosio fino a 12 g al giorno, pari a quello contenuto in una tazza di latte, generalmente non causa significativi problemi di tolleranza”.