Mentre i dati riportano che 1 piatto di pasta su 4 consumato nel mondo è italiano, ci si chiede se la pasta faccia ingrassare. Giulio Gaudio, esperto nutrizionista, fa chiarezza sui falsi miti legati al consumo di pasta e carboidrati. Sono cinque i suoi consigli. Mangiare porzioni di pasta eccessive e condimenti ipercalorici può portare all’accumulo di grasso, ma la pasta può essere comunque parte di una dieta equilibrata.
A cena può essere mangiata senza problemi, perché durante il sonno il corpo umano brucia calorie per mantenere le proprie funzioni vitali, circa 500 kcal in otto ore, ovvero le calorie di 100 g di pasta condita con verdure e un cucchiaio d’olio. Inoltre, la pasta è ricca di carboidrati e concilia l’addormentarsi.
Il suo indice glicemico può essere ridotto optando per un condimento con una fonte di proteine e di fibre; quella integrale è una scelta nutrizionalmente migliore rispetto alla pasta raffinata. E ci si sbaglia a credere che apporti solo carboidrati: 100 g di pasta di semola apportano circa 13 g di proteine, certo non completamente paragonabili a quelle della carne, ma abbinandola ai legumi, si ha un pasto completo di tutti gli aminoacidi essenziali.
I numeri della pasta
Con 3,6 milioni di tonnellate, gli italiani sono i primi produttori al mondo di pasta, con un fatturato di quasi 7 miliardi di euro l’anno. Negli ultimi 25 anni la produzione globale di questo prodotto è quasi raddoppiata, da 9 a 17 milioni di tonnellate.
Mangiare pasta fa bene alla salute. Anche per questo motivo la produzione cresce. Fonte di tiamina, niacina e acido folico, contiene fibre ed è povera di grassi e sodio: aiuta la regolarità intestinale e contribuisce a ridurre il rischio di malattie cardiache.
Consumati prima dell’allenamento, i suoi carboidrati complessi forniscono glucosio al fisico, da cui si forma il glicogeno, la principale riserva di energia dei muscoli. Dopo un lungo allenamento, invece, aiutano a integrare il glucosio e quindi a reintegrare la riserva di energia consumata.