
In questi giorni, il Centro Studi Integratori & Salute diffonde i risultati della sua indagine Aggiornamenti sull’impatto della pandemia da Covid-19 sul mercato, evidenziando dinamiche positive nel fatturato, nella produzione in generale, nell’occupazione e negli investimenti, in particolare in ambito digitale. Con una previsione di crescita a 5 miliardi entro il 2025 (di Mediobanca), il nostro Paese si attesta in prima posizione nel settore degli integratori.
Intesa Sanpaolo riporta il dato positivo pari a +26,6% di fatturato (in termini mediani) per le aziende di più recente costituzione (tra il 2019 e il 2021); contro c’è il nuovo contesto geopolitico legato al conflitto Russia-Ucraina a preoccupare le aziende. L’attuale situazione porta all’orizzonte nuove sfide: l’aumento di costi/tempistiche legati alla produzione degli integratori, la logistica, la sostenibilità e la digitalizzazione.
Nello specifico, Giovanni Foresti, Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, spiega: “La marginalità e la patrimonializzazione si sono ulteriormente rafforzate: nel 2021 la mediana dell’EBITDA margin ha toccato il 13,2%, mentre il patrimonio netto in percentuale del passivo è salito al 45%; si tratta di livelli di assoluta eccellenza nel panorama economico italiano”. È dunque, tra i primati nazionali quello di avere il più grande mercato degli integratori alimentari in Europa. Gabriele Barbaresco, responsabile Area Studi Mediobanca, dichiara: “Le prospettive di crescita mondiale sono molto favorevoli: quasi l’8% di crescita media annua, per un mercato globale vicino ai 240 miliardi dollari nel 2027. Il 2021 ha segnato negli Stati Uniti il record di operazioni nel settore degli integratori, con i fondi di private equity che da soli hanno originato oltre il 30% dei deal”.
La nota stampa riporta che il 52% delle aziende non ha risentito dell’impatto della pandemia sugli affari, il 61% investe su digitalizzazione e innovazione, per il 52% la sostenibilità è un tema cruciale e sempre più rilevante, e i canali di vendita offline restano i privilegiati dai consumatori.
Mentre l’emergenza sanitaria accelera i processi di digitalizzazione e innovazione di molte aziende italiane (in termini di integrazione e sviluppo dei processi aziendali, internet delle cose e delle macchine, e per la gestione dell’informazioni medico-scientifica e della relazione con il farmacista), medico e farmacista restano le principali fonti informative a cui ci si rivolge. Il 51% delle aziende rispondenti non utilizza l’e-commerce per la vendita dei propri prodotti e il 46% non prevede l’utilizzo di questo canale neanche in futuro, mentre il restante 54% si dimostra aperto all’opportunità; chi nel 2021 ha abbracciato il canale online afferma di averlo utilizzato per la vendita di integratori su mercato italiano ed estero.
Nel corso del 2021, infine, gli investimenti in vista di obiettivi di sviluppo sostenibile hanno riguardato packaging, sicurezza e salute dei dipendenti, a seguire in termini di processo produttivo, materie prime e welfare aziendale.