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Quanto è sicuro l’aspartame?

 

 

Dolcificante artificiale ampiamente utilizzato, popolare sostituto dello zucchero in cibi e bevande a basso contenuto calorico, nonché componente di alcuni farmaci, sebbene sia molto utilizzato, l’aspartame è ancora fonte di controversie, specie negli ultimi anni, nonostante l’approvazione delle autorità di tutto il mondo. Il mondo accademico richiede ulteriori investigazioni in riferimento a noi esseri umani, a supporto di alcune evidenze da laboratorio che ricondurrebbero l’aspartame a rischi per la salute, con effetti sulla gestione del peso ma anche sul rischio potenziale di parto prematuro e tumori. Il Medical News Today fa chiarezza sulla sua sicurezza, pubblicando recenti prove scientifiche rilevate in laboratorio.
La Food and Drug Administration negli Stati Uniti approva l’aspartame per l’uso in alimenti e bevande, dal 1981; oltre 100 studi hanno dimostrato che è sicuro per la maggior parte di noi e fissa una dose giornaliera di 50 mg/kg di peso corporeo al giorno. Lo approvano anche l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (con una DGA inferiore di 40 mg/kg al giorno), la Health Canada, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura e l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Si legge nella nota online che la maggior parte delle persone non raggiunge questi livelli così importanti.
L’aspartame contiene 4 calorie per g, una quantità simile allo zucchero, ma è circa 200 volte più dolce di quest’ultimo, ecco perché lo si usa molto nelle diete dimagranti. I dolcificanti ipocalorici, sucralosio e stevioside sono efficaci per la gestione del peso ma chi li consuma regolarmente potrebbe essere più a rischio di sviluppare malattie cardiache, diabete e ictus. Alcune ricerche suggeriscono gli effetti dell’aspartame sull’appetito (forniscono dolcezza ma non energia al corpo e portano a un maggiore consumo di cibo), i ricercatori vi correlano cambiamenti nel siero e nei marcatori dello stress ossidativo, il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 e di intolleranza al glucosio (nei soggetti già in sovrappeso), possono altresì disturbare l’equilibrio e la diversità dei batteri dell’intestino.
Dovrebbero evitare l’aspartame i soggetti affetti da fenilchetonuria, una patologia metabolica genetica che aumenta i livelli della fenilalanina nel sangue (uno dei due amminoacidi che lo compongono), e da discinesia tardiva, un disturbo neurologico anch’esso forse legato all’accumulo di fenilalanina.
Attenzione quindi alle etichette degli alimenti: l’aspartame potrebbe esser contenuto in bevande dietetiche, succhi a basso contenuto in zucchero, acqua aromatizzata, yogurt a basso contenuto di grassi, latte magro aromatizzato, barrette nutrizionali, budini senza zucchero, gelatine, gelato e ghiaccioli light, dolcificanti da tavola a basso contenuto calorico, alcuni farmaci da prescrizione e da banco (comprese le vitamine masticabili). Coloro che desiderano limitarne l’assunzione possono scegliere dolcificanti naturali, come il miele, lo sciroppo d’acero, nettare di agave, foglie di stevia e melassa, sapendo che questi sono rischiosi per la salute nella stessa misura in cui lo è lo zucchero raffinato se consumato in eccesso. 

 

www.medicalnewstoday.com

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