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Ridurre il sale per il bene del cuore

A sostegno della Settimana Mondiale della Consapevolezza del Sale, l'EUFIC divulga fatti e cifre, ma anche consigli pratici che aiutano i consumatori a ridurre l'assunzione di sale.

 

 

A sostegno dell’iniziativa della Settimana Mondiale della Consapevolezza del Sale, il Consiglio europeo per l’informazione alimentare (EUFIC) divulga alcuni articoli scientifici che riportano fatti e cifre, ma anche consigli pratici che aiutano i consumatori a ridurre l’assunzione di sale. Assumerne in quantità troppo elevate, infatti, significa aumentare il rischio di malattie cardiache e ictus.
L’assunzione di sale dovrebbe essere limitata a non più di 5 g al giorno (circa un cucchiaino); in Europa se ne consumano in media 8 a 12 g al giorno, gli uomini di più (10,8 g) rispetto alle donne (8,3 g). In Italia, il 39% degli uomini e il 29% delle donne hanno la pressione alta.
L’Eufic spiega dapprima cosa è il sale e come influenza la nostra pressione arteriosa.
Ci si riferisce al cloruro di sodio (2,5 g di sale contengono 1 g di sodio e 1,5 g di cloruro). Entrambi, sodio e cloruro, aiutano a regolare la pressione arteriosa, controllano l’equilibrio dei liquidi, mantengono le giuste condizioni per le funzioni muscolari e nervose e permettono l’assorbimento e il trasporto delle sostanze nutrienti attraverso le membrane cellulari.
Per molti di noi, assumere troppo sale causa un innalzamento dei livelli di sodio nel sangue; il corpo quindi trattiene più acqua e accresce sia il fluido che circonda le nostre cellule che il volume del sangue nel flusso sanguigno. Se la pressione sui nostri vasi sanguigni aumenta e il cuore lavora più duramente, con il tempo, questi ultimi possono irrigidirsi, aumentando il rischio di pressione alta.
Per ridurre il consumo di sale, gli esperti consigliano di non aggiungerne ai cibi oppure utilizzare quello a ridotto contenuto di sodio; controllare i valori nutrizionali anche degli alimenti che non hanno un gusto salato (come i cereali per la colazione) ma che invece possono contenerne un elevato contenuto; scegliere frutta a guscio non salata; insaporire i piatti con erbe e spezie.
Esiste, infine, la cosiddetta dieta DASH, ovvero che sta per Dietary Approaches to Stop Hypertension, sviluppata dal US National Institutes of Health, la cui efficacia è provata da ricerche scientifiche. Si tratta di una dieta che prevede il consumo di molta verdura, frutta, cereali integrali, latticini senza grassi o magri, pesce, pollame, fagioli, noci e oli vegetali.

www.eufic.org

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