Sulla rivista BMJ Open Diabetes Research & Care è stato pubblicato uno studio che mira ad analizzare la correlazione tra i latticini e il rischio di diabete, ipertensione e malattie cardiovascolari (sindrome metabolica).
Ricerche pubblicate precedentemente hanno suggerito che un maggiore consumo di latticini è associato ad un minore rischio di diabete, ipertensione e sindrome metabolica. Ma questi studi si sono concentrati su Nord America e Europa, escludendo gli altri Paesi del mondo. Per vedere se queste associazioni potessero anche essere trovate in un’area più vasta, i ricercatori hanno attinto le persone che prendono parte allo studio Prospective Urban Rural Epidemiology (PURE), con un’età compresa tra 35 e 70 anni e provenienti da 21 Paesi. Per lo studio sono stati utilizzati latte, yogurt, bevande allo yogurt, formaggio e piatti preparati con latticini, classificati come grassi o a basso contenuto di grassi (1-2%).
I dati su tutti e cinque i componenti della sindrome metabolica sono stati resi noti per circa 113.000 persone: pressione sanguigna superiore a 130/85 mm Hg; circonferenza della vita superiore a 80 cm; bassi livelli di colesterolo (benefico) ad alta densità (inferiore a 1-1,3 mmol/l); grassi nel sangue (trigliceridi) superiori a 1,7 mmol/dl; e glicemia a digiuno di 5,5 mmol/l o più.
Il consumo medio giornaliero totale di latticini è stato di 179 g, con una percentuale di grassi pari a circa il doppio della quantità di grassi: 124,5+ contro 65 g. Circa 46.667 persone presentavano una sindrome metabolica, definita con almeno 3 dei 5 componenti.
Almeno 2 porzioni al giorno di latticini totali sono state associate a un rischio inferiore del 24% di sindrome metabolica, passando al 28% solo per quelli grassi, rispetto all’assenza giornaliera di latticini.