Non esiste ancora una cura ma gli ultimi dati scientifici sembrerebbero confermare che solo poche porzioni a settimana di frutti di bosco o qualche bicchiere di vino rosso possano migliorare l’aspettativa di vita dei soggetti affetti da Parkinson, una diagnosi in rapida crescita negli ultimi tempi che debilita, al momento in tutto il mondo, più di 10 milioni di persone. Si tratta di una condizione neurologica che porta a convivere con tremori, rigidità e problemi di equilibrio, a causa di un’insufficiente produzione di dopamina.
Un recente studio pubblicato su Neurology rivela che, prima della diagnosi, i partecipanti che assumevano flavonoidi con la dieta, inclusi gli antociani (i responsabili del colore rosso/blu della frutta) e i flavan-3-oli (presenti nel tè e nel cacao) avevano un rischio inferiore di morte, con effetti più pronunciati negli uomini che nelle donne. E si è scoperto che, dopo la diagnosi, una maggiore assunzione abituale di frutti di bosco e vino rosso (3 o più porzioni a settimana) portava ad una riduzione del rischio di mortalità ancora maggiore.
I ricercatori hanno calcolato l’assunzione di flavonoidi moltiplicando il loro contenuto in tè, mele, frutti di bosco, arance e vino rosso per la frequenza di consumo e, dopo aver controllato età, fumo, farmaci ed altri fattori dietetici, hanno dimostrato che un semplice cambiamento nella dieta ha un potenziale per migliorare l’aspettativa di vita nelle persone che vivono con il Parkinson.
https://dx.doi.org/10.1212/WNL.0000000000013275